Chi Siamo

Mi chiamo Daniele Morganti... 

... momento fondamentale della mia vita è il primo periodo dei miei studi universitari: frequento a Pisa la facoltà di Scienze Biologiche, animato da quel fervore giovanile che mi porta a 'studiare la vita'. Quindi, cosa c'è di meglio di un corso di studi così ampio in cui frequentare lezioni che vanno dalla Biologia Molecolare all'Etologia, passando da materie come la Biochimica, l'Anatomia e la Fisiologia? Un mondo davvero affascinante. Ma all'inquietudine dei miei vent'anni la Biologia non offre le risposte sufficienti e, forse non casualmente, incontro lo Yoga. Così mi iscrivo alle mie prime lezioni di Hatha Yoga a Livorno. A quei tempi la mia vita si alterna tra l'Università, lo sport agonistico e l'attrazione sempre più forte per il mondo di quella bellissima disciplina corporea-spirituale, che giornalmente rinnovo sul tappetino. Dopo alcuni anni di pratica, nel 2000 conseguo la certificazione di insegnante della Federazione Italiana Yoga al termine della scuola quadriennale a Milano. Parallelamente a questa frequento insegnanti come André Van Lysebeth e Antonio Nuzzo che, per il mio orientamento, sono punti di riferimento importanti che seguo sia in Italia che all'estero. Durante un convegno internazionale incontro Pedro de Vicente, il medico che ha assistito Jacques Mayol durante i suoi record di apnea subacquea all'isola d'Elba. De Vicente mi consiglia di studiare con il dott. Bhole, che per trent'anni è stato direttore del settore della ricerca in Yogaterapia dell'Istituto Kaivalyadhama di Lonavla in India: un vero esperto di dinamica respiratoria e della meravigliosa disciplina del pranayama, porta di ingresso per un approccio energetico allo Yoga. Al tempo stesso, come tutti coloro per cui il lavoro sul corpo e sulle energie sono una pratica quotidiana ed una ricerca autentica, mi dedico anche ad altre discipline come la ginnastica posturale, la tecnica Mezieres e l'antiginnastica di Thérèse Bertherat, integrandole spesso nel mio insegnamento. Un'altra svolta importante della mia vita è quella di creare insieme ad altri 'compagni di viaggio' una Comunità a orientamento psico-spirituale, progetto che portiamo avanti per quindici anni e che ha come cornice di riferimento la Psicosintesi, il metodo di lavoro su di sé ideato da Roberto Assagioli. La nostra quotidianità è disciplinata dal lavoro pratico, dal confronto relazionale, dalla meditazione ed altre attività psicofisiche. Dopo lo scioglimento della comunità la mia ricerca continua anche grazie al contatto con gli insegnamenti che ricevo dalle 'Scuole di Lavoro Pratico su Se Stessi' che fanno riferimento alla spiritualità Sufi e che tutt'oggi porto avanti inserendoli nei corsi e gruppi di meditazione. La mia autoformazione prosegue lavorando alcuni anni con il maestro Tiziano Grandi, ideatore del Neurological Training System, una disciplina di integrazione psicofisica che unisce la sapienza energetica orientale con la biomeccanica occidentale. Grazie a lui, il mio approccio alla pratica psico-fisica si amplia in modo decisivo ed è Tiziano che mi introduce all'Ashtanga Yoga. In questo periodo mi dedico intensamente a tutto quello che riguarda la biomeccanica e lo studio approfondito del movimento corporeo che mi porta da Yuval Ayalondal quale frequento intensivi sul verticalismo e la ginnastica, mentre da Shana Meyerson approfondisco specificatamente gli arm balances e i back bendings. Sempre Tiziano è il filo d'unione con un altro insegnante di livello internazionale come David Robson, con il quale studio approfonditamente Ashtanga Yoga che insegno e pratico tutti i giorni. David mi inizia a quello che è un ulteriore modo di lavoro su di sé. Mi segue nella pratica facendomi apprezzare, con gentilezza e fermezza, il valore della profondità del metodo tradizionale secondo il lignaggio che porta avanti il suo insegnante Sharath Jois, nipote di Pattabhi Jois, ideatore di questo sistema di Yoga dinamico.     

Il mio lavoro personale come insegnante è oggi indirizzato all'integrazione di queste esperienze e scuole di vita: lo Yoga, così come la Meditazione e, in quanto biologo, la ricerca nell'ambito del Nutrizionismo, li considero tutti strumenti orientati alla crescita individuale. Sono aperto a tutto quello che mi permette di portare avanti questa idea di 'formazione di sé', con lo scopo di dare ai miei studenti gli elementi affinché possano, a loro volta, essere autonomi nella propria ricerca interiore. 


Credo che il mio incontro con David Robson non sia stato casuale: infatti ritengo il suo approccio all'Ashtanga Yoga perfettamente in sintonia con quello che è per me il senso della crescita personale: giusta sintesi tra disciplina e consapevolezza. E' così che la pratica sul tappetino non è separata dal resto della quotidianità, ma entrambe si integrano in un vero e proprio stile di vita che orienta il senso della propria esistenza.    

Da quando ho partecipato nel giugno 2017 a Portovenere al suo primo intensivo qui in Italia, cerco di studiare con lui ogni volta che mi è possibile, raggiungendolo sia in Europa che in India.   


Nella mia pratica personale l'approfondimento tecnico di un gesto ha uno spazio importante. Generalmente lo suddivido in stadi in modo da studiarne separatamente i diversi aspetti: il reclutamento di alcuni distretti muscolari e il rilascio di altri, la sincronia tra il respiro e il movimento, la ripetitività del gesto e, soprattutto, osservare la capacità della mente di rimanere nella situazione. La pratica così mi coinvolge a livello psico-neuro-muscolare, divenendo in questo modo un lavoro di integrazione, di unione, cioè di Yoga.

Dedico il video qui sotto a tutti i praticanti di Yoga. A coloro che giorno dopo giorno, tutti i giorni studenti e insegnanti, rinnovano il proprio appuntamento sul tappetino. La pratica è consapevolezza e nell'osservazione di sé vediamo le nostre qualità e i progressi, ma anche le nostre difficoltà e le resistenze. La pratica è una disciplina in cui ritroviamo noi stessi proprio come siamo nella quotidianità. In questo modo, nel tempo, non ci sarà più differenza tra quello che avviene sul tappetino e nella vita di tutti giorni ed entreremo in quel meraviglioso processo unitivo che è lo Yoga: una disciplina psicospirituale che ci permea in ogni momento. 

"E' certo che lo Yoga è difficile da realizzare per colui che non ha raggiunto il dominio di sé; ma chi riesce a controllarsi può realizzarlo mediante sforzi ben diretti." Bhagavad Gita  


Mi chiamo Anastasia Stayuniceva...

... ho iniziato a fare yoga per "caso", nel 2010, in un centro di Sesto San Giovanni (MI). Le prima volta, vedendo le altre persone che alla fine della pratica stavano sulla testa, ho pensato che non fossero tanto normali e che non ci sarei ritornata. Ma poi, spinta dalla curiosità, sono tornata. Inizialmente non sentivo nessun beneficio. Mi sembrava che tutti fingessero quando dicevano che lo yoga calma la mente e fa stare bene il corpo. Durante la pratica avevo mille pensieri, facevo fatica a stare in una posizione per più di due respiri. Un disastro!
Ci sono voluti circa 5 anni per cominciare davvero a sentirne i benefici, non solo sul tappetino e durante le lezioni, ma anche nella vita di tutti i giorni. Nel 2017 ho deciso di approfondire la pratica e mi sono iscritta al corso insegnanti. Durante la prima lezione, il mio insegnante, Max Gandossi, ci ha chiesto perché avevamo deciso di fare quel corso. Su 20 persone sono stata l'unica che ha risposto: "Non farò mai l'insegnante. É solo per me, per capire meglio le posizioni". Max ha sorriso.
Dopo questo teacher training continuavo ad avere voglia di approfondire. Allora ho fatto un corso sul Pranayama con Art of Living di Milano, un corso di meditazione nel silenzio dell'Ashram di Bad Antogast e ho partecipato a vari workshop. Tra questi, sono stati particolarmente importanti: il workshop di una settimana con Ramesh Shetty che, con una ingenua fermezza, mi spingeva a fare posizioni di Ashtanga "impossibili" per me fino a quel momento; il workshop con Shana Mayerson, che mi ha insegnato le basi del handstanding e quelli con Patrick Beach e Meghan Currie.
Nel 2016 ho iniziato a praticare regolarmente Ashtanga con Max Gandossi. Inizialmente pensavo che, dopo aver imparato a fare quella sequenza alla perfezione, poi sarebbe diventato tutto noioso. Invece, solo grazie alla pratica con Daniele, che ho incontrato a Novembre 2019, ho scoperto che non c'è mai un limite di crescita nell'Ashtanga. Ed è proprio lì dove pensi di essere arrivata al massimo che inizia la salita.